Campo al Coccio Vermentino

Vini da pesce:

Campo al Coccio Vermentino

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Il Vermentino è prodotto in una delle zone maggiormente vocate al vino di Bolgheri, il vigneto esposto da est verso ovest e ben ventilato grazie anche alla vicinanza del mare ci permette di produrre un vino molto profumato. Siamo circa a 50 m sul livello del mare e siamo contornati da colline di macchia mediterranea. Le viti sono allevate a cordone speronato con densità 5500 ceppi per ettaro, anno di impianto del vermentino 2007. Abbiamo prodotto uve biologiche nonostante le difficoltà legate alle stagioni, per poi ottenere uno dei primi vini biologici di Bolgheri. Le uve sono portate a maturazioni estreme e vengono pressate immediatamente in modo soffice; il mosto non subisce repentine filtrazioni pur controllando la temperatura; finita la fermentazione il vino viene poi travasato e affinato in botti di cemento fino all’imbottigliamento.

Prodotto in Toscana da :

Az. Agr. “Il Magazzino” di Cavallini Valerio

Via Bolgherese, 273 – Bolgheri – Castagneto Carducci (LI)

Cell. (+39) 340 3306929 – P.I. 01439850494

Campo al Coccio Vermentino

Denominazione: Campo al Coccio Vermentino

Classificazione: IGT Toscana Vermentino Biologico

Uvaggio: Vermentino 100%

Note degustative: Colore giallo paglierino con riflessi verdastri, profumo fruttato di mela, albicocca, banana, fiori bianchi e pesca a polpa bianca, sapore fruttato, elegante, intenso e sapido con note minerali

Abbinamenti: Ideale come aperitivo, eccellente sui formaggi semi stagionati e ottimo su piatti a base di pesce e crostacei e carni bianche.

Gradazione: Essendo un vino biologico è molto suscettibile alle stagioni diciamo che in annate normali si aggira sui 13,5% vol

Primo anno di produzione: 2008

Numero di bottiglie: 7.000

 

«Ti sia leggera la terra»

Benvenuto a Bolgheri. In queste terre vicine al mare e circondate dalla macchia mediterranea, dove i miei vigneti hanno le radici, venne ritrovata una stele che ricorda il cavaliere romano Marco Anaenius Pharianus con la scritta «Ti sia leggera la terra». Con questo augurio per il viandante di passaggio voglio salutarti e darti il mio benvenuto. Io sono Valerio Cavallini, faccio il vignaiolo a Bolgheri, le mie vigne sono in un appezzamento di terra in cui sorgeva una villa romana di cui sono rimasti solo cocci, per questo fu chiamato Campo al Coccio, e lo stesso nome lo hanno ereditato i miei vini.

Valerio Cavallini, vignaiolo a Bolgheri

La mia è una storia contadina iniziata a Bolgheri nel 1956 quando Lido Cavallini, mio nonno, trovandosi sfollato a causa di uno sciopero comprò l’azienda. Nonno Lido iniziò un percorso nuovo per quell’epoca in questo territorio: lavorò sempre inseguendo l’eccellenza in tutto ciò che faceva, preservò i valori umani radicati nella terra che aveva comprato, mantenne viva la scuola elementare nel suo podere, in cui continuarono a studiare i bambini dei contadini, e organizzò le prime feste paesane all’interno dell’aia proprio davanti alla casa. Arrivato all’età della pensione lasciò tutto ai figli che, anni dopo, a causa dalla crisi che toccava anche le migliori aziende vinicole, nel 2002 arrivarono ad una decisione drastica: vendere o affittare. Fu allora che decisi di cambiare vita. Io, Valerio, dal 1995 al 2002 avevo lavorato alle dipendenze di grandi aziende del vino in giro per la Toscana, imparando le tecniche di viticoltura e vinificazione. Era il momento di mettere a frutto quelle esperienze. Decisi di non voler più essere solo un numero, lasciandomi alle spalle i molti doveri e le scarse soddisfazioni, ma anche la sicurezza finanziaria. Mi avventurai su una nuova strada fatta di rischi, notti in bianco, occhi al cielo scrutando stagioni e pericoli, ma anche enormi soddisfazioni ad aspettarmi dietro l’angolo. Affrontai un periodo di grandi paure, con errori, molte spese e pochi guadagni. All’inizio ristoranti ed enoteche mi chiudevano la porta in faccia: il mio vino non era il migliore e forse non lo sarà mai, ma ho mai cercato questo. Io volevo che il mio vino raccontasse un anno di storia, la stagionalità, la genuinità del mio lavoro e della mia vigna. È per questo che cominciai a lavorare in modo naturale e biologico, perché credo che un ottimo vino debba essere frutto solo della lavorazione delle uve e non di prodotti aggiunti. Molti vignaioli studiano etichette e frasi perfette, io preferisco concentrarmi di più sul lavoro in vigna e in cantina. Chi mi conosce già da un po’ sa che da me può trovare sempre un bicchiere da avvinare, perché la cantina è sempre aperta per una degustazione, il problema molte volte è trovare vino da comprare. Ma la mia soddisfazione più grande non è vendere vino e fare il commerciante, il mio più grande sogno è sempre stato quello di ritrovare i sani principi contadini: la sera prima di chiudermi in casa stanco dalle fatiche del giorno ritrovarmi dentro una cantina a bere un buon bicchiere di vino raccontando storie e condividendo le esperienze della giornata appena trascorsa. La mia sala degustazione è un palcoscenico di storie e di racconti accompagnati dai miei vini, ed è questo che mi dà soddisfazione: sapere che verrai a trovarmi anche se non avrò più vino da venderti perché comunque avremo delle storie da raccontarci poiché non sarai un mio cliente ma sarai diventato un mio amico.