La piccola traina Parte 1
Le grandi tecniche: La piccola Traina Parte 1
Tra vari articoli di pesca che troverete illustrati nelle pagine di questo sito, molti saranno più legati alla tecnica, altri agli accessori ecc. Periodicamente verranno poi illustrate le grandi tecniche di pesca, quelle cioè che sono quelle da cui poi si diramano tutti i vari articoli di pesca. Iniziamo ora con una tecnica molto antica: La piccola Traina.
Uno degli aspetti più simpatici e diffusi della piccola traina è quello che si può praticare sotto costa e praticamente con qualsiasi tipo di imbarcazione. La larga diffusione tra i pescatori sportivi della piccola traina è sicuramente dovuta alla semplicità con cui la si può praticare. Bastano infatti una barchetta o un gommone motorizzati con un piccolo motore, se proprio non vogliamo andare a remi, un paio di lenze, volendo anche a mano, e un assortimento di esche varie che vanno dalle semplici piumette ai minnow di ridotte dimensioni, alle imitazioni di pesciolini o polipetti in silicone, sino ad arrivare ai cucchiaini. Nella traina costiera le nostre esche sono piuttosto piccole poiché destinate a pesci di taglia contenuta. Ne esiste una varietà enorme e tutte molto catturanti. Anche in questa semplice specialità, che è capace di regalare soddisfazioni a tutti, vi sono dei risvolti tecnici molto interessanti e con la pratica e l’esperienza è anche possibile raggiungere livelli specialistici assai elevati, tanto da arrivare a competizioni agonistiche di altissimo livello.
I pesci
In questa tecnica ci troviamo quasi sempre di fronte a pesci dalla taglia decisamente ridotta, a risposta della quale si impone una tecnica di pesca decisamente leggera, basata su monofili di diametro variabile tra lo 0,20 e lo 0,40 per terminali e di poco superiori per le lenze madri. Si traina a una velocità di crociera di un nodo e mezzo fino ad arrivare al massimo di 4/5, a secondo delle esche impiegate e delle abitudini dei pesci che si intende pescare. I pesci che maggiormente interessano i praticanti di questa specialità sono i sugarelli, gli sgombri, le occhiate, le lecce stella, le aguglie, i tombarelli, i piccoli alletterati la piccole lampughe le spigole e le tracine. La taglia dei pesci menzionati raramente raggiunge e supera il chilo di peso. Si tratta comunque di predatori, che non disdegnano di attaccare gli artificiali che passano nei loro paraggi, scambiandole quasi certamente per avannotti di pesci o gamberetti. Ed è per questo che dovremo presentare alle nostre prede delle imitazioni dalle dimensioni contenute, tanto che le esche più impiegate e catturanti sono quelle lunghe al massimo 6/7 centimetri.
Le esche della traina costiera
La traina costiera alterna pause a periodi di attività frenetica. Durante questi periodi risulta a volte difficile poter tenere testa a tutti i pesci che abboccano alle lenze: un’allamata dietro l’altra per poi fermarsi nuovamente di colpo, ma queste, in fin dei conti, altro non sono che il fascino della pesca stessa. E’ proprio in questi casi che si sbizzarrisce la fantasia del trainista, proponendo esche allestite con i più disparati materiali e nei colori più diversi.
Le piume
Di base possiamo partire con le piume, solitamente bianche, ma che possono essere arricchite con dei filamenti rossi, gialli, blu, neri e addirittura iridescenti. La scelta del loro colore può risultare determinante ai fini del maggiore o minor numero delle abboccate. Durante l’arco della pescata, conviene così provarne diverse fino a quando non viene individuata quella che darà i migliori risultati.
La piuma si monta direttamente su uno spezzone in nylon Sull’apice della piuma effettueremo una piccola legatura di sostegno fissandola con una goccia di colla ciano acrilica in modo da renderla più resistente. Seccata la colla si farà scorrere la piuma sul nylon e si legherà l’amo a gambo lungo lungo di numerazione dal 4 al 10. Le piumette così realizzate sono molto morbide e sinuose in acqua e catturano tutti i predatori costieri indistintamente occhiate, aguglie, sgombri e sugarelli.
Esche siliconiche
Le esche siliconiche negli ultimi anni hanno preso molto campo sia nella traina che nello spinning. Nella piccola traina vengono usati tutti quei prodotti a base di silicone che imitano piccoli vermi pesciolini ecc. Grazie al materiale di produzione, si presentano assai morbide, ma talvolta non proprio adatte a sopportare i morsi e l’allungamento conseguente alla mangiata ed allamata del pesce. Alcune hanno la prerogativa di poter essere aromatizzate e di rilasciare una scia odorosa in acqua: una volta, che l’esca è addentata dal pesce, questo avverte in bocca un sapore che lo induce a non mollare la presa. In conseguenza di ciò, è facilmente comprensibile come questo tipo di esca debba essere sostituita dopo ogni cattura o spesso anche ad ogni allamata persa.
Per il nostro tipo di pesca due sono le esche ottimali, la prima è l’anguillina in gomma siliconica. Viene realizzata in molte misure e tanti colori diversi in modo da coprire un range di pesca notevole. E’ assai catturante con le occhiate e con i sugarelli, ma il suo massimo lo raggiunge con le spigole. La particolare forma appiattita dell’apice caudale le fornisce una vibrazione incredibile e una potenzialità attraente notevole. La seconda è l’imitazione del bverme coreano, valido per le aguglie ed i sugarelli, ma attaccato anche da spigole e lecce stella.
I cucchiaini
I cucchiaini metallici, sia semplici che arricchiti con piumette colorate per vivacizzarli e renderli più adescanti, hanno un gran numero di estimatori tanto che qualcuno non rinuncerebbe mai a sostituirli con un’altra esca. Per la pesca in mare si usano quasi esclusivamente cucchiaini andulanti e sono costituiti da una semplice piccola lamina metallica con piegamenti convessi lungo il corpo o una leggera bombatura tipico di un cucchiaino che usiamo in cucina. Il suo movimento in acqua è guizzante e proprio come dice il nome ondulante. Tra i cucchiaini sono da preferire quelli di piccole dimensioni e di forma piuttosto allungata: offrono meno resistenza all’acqua ed hanno un andamento più guizzante rispetto ai modelli dalla paletta larga. La tendenza del pescatore italiano è quella di impiegare cucchiaini con cromatura argentata, sia lucidi che martellati. Meno usati i modelli dorati o colorati, al più vengono utilizzati quelli cromati con piccole macchie di color rosso.
I minnows
Nella traina costiera vengono impiegati anche i minnows, ovvero i pesciolini. Per questa tecnica di pesca vengono presi in considerazione i modelli da 2 sino a 11 centimetri, solo raramente vengono impiegate imitazioni di dimensioni maggiori. Il nostro mercato offre un assortimento di forme e colorazioni veramente vasto, tanto che è pressoché impossibile non trovare quello adatto alle nostre esigenze. Il colore dei nostri pesciolini è sicuramente una qualità che cattura senza dubbio il pescatore più che il pesce. Infatti sul tema colorazione esistono molti dubbi per quanto riguarda l’efficacia in pesca di un colore rispetto ad un altro.
Il movimento di un minnow è determinato solitamente dalla paletta. Questo accessorio conferisce il movimento “classico” di un pesciolino che nuota. La paletta può essere di plastica o di metallo. La paletta in plastica di piccole dimensioni, dà all’esca un movimento con guizzi corti e rapidi ed in genere si trova sui modelli galleggianti. Quando è invece grande permette all’artificiale un discreto affondamento idrodinamico e dei movimenti meno scattanti. La paletta in metallo è invece prerogativa dei minnow affondanti ed ha il duplice scopo di dirigere l’artificiale e di emettere lampi di luce. La grandezza della paletta aumenta l’affondamento dell’esca. Tutte queste esche, come abbiamo potuto capire, sono piuttosto leggere e pescano molto vicino alla superficie, ma se riteniamo che il branco possa trovarsi più in profondità (se siamo in possesso di un ecoscandaglio ce ne accorgeremo immediatamente) possiamo appesantire le lenze, inserendo piombi a tortiglione oppure i modelli a sgancio rapido. Quando utilizziamo una piombatura aggiuntiva sarà opportuno collocarla ad almeno quindici-venti metri dalle esche.
Termina qui la prima di questo articolo dedicato alla piccola Traina, nel prossimo vedremo le canne, i mulinelli ed i sistemi di affondamento.
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