Minnows parte 2

Nella puntata scorsa abbiamo visto la storia dei minnows , come nascono e il colore. L’articolo prosegue su altri punti importanti riguardanti i pesciolini artificiali.

Come navigano i minnows

Di simulacri fatti ad imitazio­ne o somiglianza di pesci ve­ri ce ne sono in circolazione una infinità di marche, tipi e modelli costruiti con i mate­riali più diversi: dal legno al­la fibra gommosa o siliconica, al metallo, alla plastica e via dicendo. Ma di minnows vera­mente efficaci per la traina nostrana sono piuttosto po­chi. Direi che la gamma può restringersi a quelli nei quali l’effetto attirante è determina­to dalle vibrazioni prodotte dal cosiddetto guizzo (latera­le e verticale) e, in aggiunta al guizzo, dal colore. In determi­nate zone e condizioni vanno bene i mo­delli più filiformi e di dimen­sioni contenute (dai 5 ai 12 centimetri). Que­sti modelli possono essere usati sia nel sottocosta, sia in mare aperto. Nel linguaggio corrente si usa distinguere i pesci finti con paletta in affondanti e galleg­gianti. Tale distinzione è riferita alla proprietà di anda­re a fondo o di restare a galla in posizione di immobilità. Sia gli uni che gli altri (i gal­leggianti e gli affondanti) ten­dono, allorché vengono ri­morchiati, a scendere verso il basso; mentre si avvicinano alla superficie o addirittura ne saltano fuori quando l’anda­tura comincia ad essere ecces­siva per quel determinato modello. In linea generale l’affondamento è maggiore con le palette metalliche e con i modelli di mag­giori dimensioni.

Affondare il minnow

Nel sottocosta, per le spigo­le e ancor più per i den­tici, dovremo cercare di far navigare i nostri artificiali quanto più è possibile in prossi­mità del fondo; ed allora, in rapporto all’altezza dei fondali che spesso è considerevole anche vi­cino a terra, avremo bi­sogno in varie occasioni di applicare una zavorra sulla madre lenza. Il piombo è la prima zavorra che il pescatore usa. Per la traina ne occorreranno dei tipi a sgancio rapido, in modo da applicarli e toglierli dalla lenza in velocità. Una delle caratteristiche di questi piombi dovrà essere quella di non danneggiare il filo durante l’operazione di montaggio e smontaggio sulla madre lenza. La Fonderia Roma, nota azienda produttrice di piombi da pesca, commercializza un modello di piombi a sgancio rapido di assoluta innovazione:

Piombo a sgancio rapido AGUA'J

Il piombo a sgancio rapido AGUA’J della Fonderia Roma

E’ un piombo a sgancio rapido usato da moltissimi anni per la pesca a traina, specialmente quella costiera. Oggi viene usato sempre meno, visto che le ultime novità lo superano pienamente in tutte le caratteristiche, tranne che nel costo, che risulta minore a tutti gli altri. L’AGUA’J, frutto di esperienze e test severissimi viene prodotto in quindici diverse grammature per soddisfare ogni esigenza di pesca, anche quella del trainista più sofisticato. La forma idrodinamica e l’estrema versatilità delle mollette che permettono di posizionare l’AGUA’J in qualunque punto della lenza e su qualsiasi diametro di filo senza il rischio di abrasioni o perdita dello stesso, fanno dell’AGUA’J una zavorra al top nella pesca alla traina. È noto che, per la traina con canna e mulinello, esistono affondatori di lenza diversi dai classici piombi da applicare sulla lenza. I downrigger manuali o elettrici, i fili metallici (monel e simili), i fili in tessuto vinilico con ani­ma piombata. Lasciando da parte i downrigger che con gli artificia­li funzionano poco, mi li­miterò qui a ricordare soltanto che, a 4 nodi e per ogni decametro im­merso, i fili metallici e quelli con anima piombata scendono mediamente 70 centimetri i primi e 30 i se­condi. Per poi approfondire il tutto in articoli dedicati nel prossimo futuro.  È ovvio che, con i pe­sci finti auto affondanti, do­vremo sommare due profon­dità: quella ottenuta con l’affondatore di lenza e quella propria dei pesci finti mede­simi. Circa la scelta dei modelli do­vremo preferire quelli più al­lungati, tenendo di riserva i semisferici e i bombati i qua­li, nelle acque salate, offrono di solito (ma non sempre) una resa minore.

La paletta

Come accennato la caratteristi­ca principale di un minnow è la paletta anteriore (anche se vi sono modelli, come vedremo in seguito privi di tale paletta). Questo ac­cessorio conferisce il movimen­to “classico” di un pesciolino che nuota. La paletta può essere di plastica o di metallo a prescindere che i modelli siano affondanti o gal­leggianti. La paletta in plastica di ridotte dimensioni, da all’e­sca un movimento con guizzi corti e rapidi ed in genere si tro­va sui modelli galleggianti. Quando è invece grande per­mette all’artificiale un discreto affondamento idrodinamico e dei movimenti meno scattanti. La paletta in metallo è invece prerogativa dei minnows affon­danti ed ha il duplice scopo di dirigere l’artificiale e di emette­re lampi di luce. La grandezza della paletta au­menta proporzionalmente all’affondamento dell’esca. In alcuni minnows sono state inse­rite delle piccole sfere all’inter­no che, con il movimento, e-mettono un tintinnio. Non è stato accertato se siano o meno più catturanti, fatto sta che alcuni predatori sono molto incu­riositi dai rumori e di sicuro se l’artificiale sfugge al contatto visivo, non passerà inosservato a quello sonoro.

Minnows super affondante

La grande paletta in plastica affonda automaticamente il minnow

 

Collegare il minnow al terminale

I minnows sono esche mol­to catturanti e trovano un vastissimo impiego sia in superficie che affondati. Il primo passo è il fissaggio sul terminale. Per ritornare un attimo indietro e capire la notorietà dei minnows Rapala  basti pensare che è stato creato nodo che prende il nome appunto dalla casa costruttrice di questi artificiali: il nodo Rapala.

Nodo Rapala

particolare nodo creato appositamente per gli artificiali Rapala

I tutti i casi i modelli do­tati di anellino basculante sulla paletta possono es­sere annodati direttamen­te. Molti preferiscono uti­lizzare nodi a gassa che in teoria limitano meno il movimento dell’esca, co­munque un semplice clin­ch assolve egregiamente l’attacco.

valido anche per i minnows

valido anche per i minnows

Nei modelli che invece hanno l’anellino integrato al corpo, è preferibile rea­lizzare un nodo a gassa o collegarli al terminale con un piccolo moschettone a pinzetta. Legato l’artificia­le lo si deve immergere in acqua fuori dalla scia della barca e controllarne il motraina non è sempre standard, al­cuni modelli resistono maggior­mente alla velocità altri meno. In genere i minnow dai 3 ai 9 cm si trainano a circa 3,5 nodi, i modelli dai 9ai 14cm a 4-4,5 nodi e quelli da 18 e 22 cm possono es­sere trainati fino ad 8 nodi. Per avere un’idea esatta della velocità ottimale a cui trainare un minnow, basta filarlo per pochi metri da poppa ed aumentare gradatamente l’andatura fino a trova­re quella ottimale per il movimento.