Il colore del mare

Pesca da terra Bolognese

Il colore del mare

Le condizioni meteo marine condizionano molto la pesca. Se è vero che fare catture eccezionali con mare calmo e acque cristalline, è cosa difficile, molto spesso lo è di più quando le acque nel nostro luogo di pesca sono all’esatto contrario.

E’ molto difficile stabilire un esatto momento di pesca in base al colore del mare. Se è pur vero che con il mare in scaduta molto spesso si fanno carnieri più abbondanti, è anche vero che la somma di tutte le combinazioni che si verificano in una giornata di pesca influenzano in maniera esasperata spesso il risultato. E così oltre al periodo di pesca, dobbiamo considerare l’orario, la marea, la luna ed il colore del mare. Molto spesso abbiamo sottolineato come il mare cristallino e quindi acque limpidissime dove da terra possiamo magari “contare gli scogli sul fondo”, ci obblighi all’impiego di finali sottilissimi, pesca a distanza e lenze super leggere. In altre situazioni, sia le caratteristiche proprie del luogo di pesca, sia magari le condizioni meteo fanno sì che il luogo di pesca assuma aspetti del tutto opposti. Ci può capitare benissimo quindi, che il colore dell’acqua sia più torbido del normale assumendo tonalità di sfumature diverse a seconda soprattutto dalla natura che ne causa il cambiamento. Molti sono i motivi dei cambiamenti di colori, alcuni positivi altri negativi, cerchiamo di conoscerli per poter poi pescare al meglio soprattutto in condizione estreme.

Acqua torbida e mare calmo uno dei momenti ideali per la pesca in bolognese

Acqua torbida e mare calmo uno dei momenti ideali per la pesca in bolognese

 

La mareggiata

Il fattore mareggiata è sempre stato e sempre lo sarà un momento magico per la pesca da terra. La forza del vento che alimenta l’altezza delle onde, il loro sbattere sugli scogli e il movimento che imprimono ai fondali più bassi, fa si che il mare possa colorarsi in maniera più o meno accentuata. Tutto ciò varia anche dalla natura del fondale stesso. Su fondali sabbiosi ad esempio una mareggiata influisce molto nel far cambiare colore all’acqua e quindi durante e dopo il suo violento moto, assume tonalità spesso molto scure. Lo stesso avviene spesso anche su quelli misti a posidonia, specialmente su scogliere naturali basse. Diverso invece se si parla di scogliera naturali alte, dove il fondale solitamente è composto quasi esclusivamente da scogli e quindi prima di arrivare ad una tonalità di colore scuro molto accentuata, la mareggiata deve avere una durata di molte ore se non giornate.

La pesca durante luna mareggiata ha un fascino del tutto particolare

Il colore del mare cambia durante una mareggiata

La pioggia ed il colore del mare

Uno de fenomeni che influenza il colore del mare e spesso gli fa assumere tonalità diverse è anche la pioggia. Generalmente quando i nostri hot spot sono lontani da foci di fiumi, torrenti o lagune la cosa non ci preoccupa più di tanto. Al contrario invece potremmo avere dei problemi di resa della pescata. Infatti, quando piove, i fiumi riversano in mare una quantità di acqua dolce consistente e spesso di colore marrone, che colora le acqua salse di marrone intenso, una tonalità che si attenua man mano che ci si allontana dalla foce. Il riversare di acqua dolce mista a fanghiglia e spesso con detriti, fa sì che tutte le poste di pesca nelle strette vicinanze non siano perfette per pescare, anzi questo fenomeno fa sì che l’hot spot diventi operabile solo dopo alcuni giorni.

Gli scarichi ed il colore del mare

Parlare di scarichi purtroppo non piace a nessuno, ma purtroppo ancora oggi esistono zone di pesca da evitare ma che spesso sono alla luce dei nostri occhi. Per dovere di cronaca è doveroso almeno citarne la presenza, per sensibilizzare chi di dovere o porne rimedio. Nel nostro paese purtroppo ancora oggi esistono scarichi a mare di acque grigie e non, che colorano le circostanti con tonalità più o meno scure.

La risacca ed il colore del mare

Fenomeno spesso strettamente collegato alla mareggiata, la risacca, è quel fenomeno che si produce allorché un’onda marina, raggiunta la riva, torna indietro, scontrandosi con l’onda successiva in arrivo; questa, risulta frenata e si rovescia sulla prima dando origine ad un frangente. Lo studiare è molto importante non solo per capire dove il mare cambia il suo colore, ma soprattutto per cercare di comprendere dove questa porterà la nostra pastura, e nel caso di pesca con galleggiante, anche le nostre esche.

Le correnti di marea ed il colore del mare

Nel nostro paese le correnti marine non sono sono paragonabili sicuramente a quelle oceaniche. Se in questi luoghi l’escursione della marea è spesso di diversi metri e provoca nel suo oscillare cambiamenti anche della colorazione delle acque. Nel nostro Mediterraneo l’escursione è minima, ma spesso cambiamenti vistosi di trasparenza delle acque di possono verificare nei pressi delle foci dei fiumi e nelle lagune.

Analisi della posta di pesca 

Visti i fenomeni che fanno variare il colore del mare, analizziamo ora gli aspetti che si presentano una volta arrivati sul luogo di pesca, cercando di capire quando è possibile pescare. Nel caso di un colore molto scuro delle acque, la situazione può spesso rivelarsi più negativa di altre: il troppo torbido, magari misto a grandi quantità di alghe e con il mare che infrange ancora violentemente sugli scogli, condiziona non poco la pesca, ma è un dato che varia molto a seconda della natura del fondale. Comunque sia, vale sempre la pena tentare. Cefali, salpe, saraghi orate ed occhiate sono le prede che si trovano con maggiore frequenza nelle condizioni sopra dette. Prede da pescare con lenze che spesso non dovranno andare troppo per il sottile. Il colore torbido dell’acqua non dovrà però obbligare all’impiego di diametro grossolani che potrebbero agevolare il recupero di prede di stazza elevata, ma spesso darebbero poca naturalezza alle esche impiegate. Il diametro del nostro finale dovrà infatti essere dipendente all’esca usata. Se come nella maggior parte dei casi la nostra esca sarà il bigattino, e useremo inneschi da 3 o 4 larve al massimo su ami del numero 12/14, il nostro finale dovrà oscillare tra uno 0,12 ed uno 0,18 millimetri. Il giusto rapporto che dovrà sussistere tra amo, monofilo ed esca sarà fondamentale. D’altro canto con esche più pesanti possiamo anche azzardare ad aumentare il diametro del finale e naturalmente anche la misura dell’amo. Impiegando quindi tranci di sarda da offrire a spigole e saraghi, il mezzo granchio da offrire a orate e saraghi e magari dal coreano intero per le spigole e spesso anche i cefali, si può salire a diametri che possono arrivare ed oltrepassare anche lo 0,25 millimetri con ami che spesso superano anche il numero 4.