Tutto Palamito parte/1

 

Il palamito o parangale è un attrezzo da pesca il cui uso è permesso dalla legge, al pescatore sportivo, nella misura massima di 200 ami per ogni barca indipendentemente dalle persone a bordo.Al contrario di quanto si possa pensare, la pesca con il palamito o parangale è una tecnica decisamente sportiva, tanto da essere annoverata tra quelle permesse dalla legge appunto al pescasportivo. Infatti, con tale attrezzo vengono catturate specie adulte e quasi sempre di taglia medio grande. Il palamito o parangale, nasce da una tradizione di pesca che si rimanda da moltissime generazione. In parole semplici questo attrezzo,  è composto da una lenza madre in nylon o cordino al quale vengono applicati a distanze eguali numerosi braccioli; tutto l’attrezzo, debitamente innescato pesca orizzontale al fondo marino. Il palamito nel corso degli anni, come quasi tutte le tecniche di pesca ha subito notevoli cambiamenti, cambiamenti dovuti all’evolversi delle attrezzature e diciamolo al rarefarsi sempre maggiormente delle prede. Il palamito antico che quindi era costruito solitamente con una madre di cordino grossolana e braccioli di nylon di diametro sostenuto si è oggi modernizzato fino a differenziarsi persino nella tecnica di pesca. Sono nate così molte varianti che si adattano alle varie situazioni che spesso ci capita sui vari hot spot di pesca.

Cattura a 140 metri di profondità

Cattura a 140 metri di profondità

Abbiamo così:

 

  • Il Palamito per la pesca sottocosta;
  • Il Palamito per la pesca a medio fondale;
  • Il Palamito per la pesca ad alto fondale,
  • IL Palamito di profondità.

 

Di queste quattro suddivisioni si apre poi per ognuna una branca che racchiude ulteriori varianti all’attrezzo..

Il palamito per la pesca sottocosta

palamito in nylon

Viene utilizzato per la pesca nei bassi fondali e per tali attrezzi è richiesta solitamente una barca medio piccola con grande manovrabilità. Questo è dettato anche dal fatto che utilizzando attrezzi interamente costruiti in nylon, dovremo per forza di cose riordinare il nostro attrezzo direttamente al momento del recupero appuntando tutti gli ami e rifacendo il filo direttamente nell’apposita cassetta. Solitamente si adattano benissimo i gozzi, e le lance, ma anche i piccoli cabinati, specialmente se sappiamo lavorare alla perfezione con l’attrezzo. Il palamito sottocosta viene calato solitamente su fondali misti a scoglio, posidonia e banchi di sabbia a profondità varie tra i 5 ed i 25 metri di fondo.

Di palamiti sottocosta ne vengono individuati ben 3 tipi:

 

  • Il primo è il classico detto a “pelo”, ovvero un parangale che pesca completamente orizzontale al fondo. Si usa solitamente per la pesca di saraghi ed orate, ma naturalmente cattura molte altre specie che si aggirano in tali fondali. È composto da una madre lenza in nylon 0,80 millimetri e braccioli lunghi circa 1,50 mt. di diametro dello0,30 millimetri con ami del numero 15 (misurazione tipo ami da palamito), del tipo stagnato o inox a gambo lungo e curvatura rotonda. I braccioli sono intervallati sulla madre solitamente di almeno 7 metri l’uno dall’altro.
  • Il secondo è quello a mazzerino o festoni. È praticamente identico a quello sopra descritto, ma anziché pescare steso sul fondo, è caratterizzato da alti e bassi, determinati da piombi e galleggianti solitamente sistemati ogni 5 ami.
  • Il terzo è il palamito galleggiante fisso ovvero un attrezzo che pesca solitamente in superficie destinato soprattutto alla pesca di occhiate, sugarelli, sgombri, ma che a seconda della profondità del fondale a cui viene calato cattura anche saraghi ed occhiate che risalgono attratti dalle esche.

 

Tutti i tipi di palamito sopra indicati vengono innescati con esche tipiche per i pesci a cui vengono destinati, quindi in ordine di preferenza, oloturia, bibi, patelle, bigattini, strisce di calamaro o seppia. A seconda dell’esca usata e del tipo di palamito impiegato cambiano anche gli orari di cala e recupero. A esempio con esche come l’oloturia, ( a cui abboccano quasi esclusivamente saraghi reali ed orate) il palamito viene calato alle primi ombre della notte per essere recuperato alle prime luci dell’alba. Con esche come bibi, patelle e bigattini è bene sempre far pescare meno ore il palamito e quindi dovremo calarlo a notte inoltrata per poi recuperarlo all’alba. Al contrario invece con esche come truce di seppie e calamaro, visto che vengono attaccate spesso anche dai gronghi il tempo di pesca dovrà essere ridotto ancora di più, quindi due o tre ore notturne saranno più che sufficienti sia al tramonto che all’alba.

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