Piazza Bovio
Piazza Bovio: Quando la pesca è anche spettacolo di natura
Piazza Bovio a Piombino, chiamata dai pescatori anche punta della Rocchetta, è stata riconosciuta come una delle più belle piazze d’Europa che si affacciano sul mare. Molto spesso la pesca è anche spettacolo e non solo quando si cattura un pesce che spesso rimane nei ricordi si ogni pescatore, ma anche quando ci rechiamo in luoghi che sono “speciali”, non solo per la pesca, ma anche a livello paesaggistico. Tra il nostro peregrinare cercando di scoprire i luoghi per effettuare la tecnica della canna da riva siamo giunti questa volta a Piombino.
A Piombino in Toscana, esiste una delle piazze sul mare più belle della nostra penisola e a parere di molti anche d’Europa. La Piazza Giovanni Bovio è un esempio unico nel suo genere di piazza protesa sul mare quasi a toccare l’Isola d’Elba, interamente costruita su uno sperone roccioso. Da qui, così come dal vicino viale del Popolo, lo sguardo spazia sulle Isole dell’Arcipelago Toscano dall’Isola del Giglio a Montecristo, Capraia e la Corsica.
Ebbe origine nel secolo XI, favorita dalla presenza del monastero di S. Giustiniano a Falesia che supportò in quel periodo lo sviluppo delle attività di lavoro e quindi le conseguenti evoluzioni edili. Fu eseguita rispettando l’originale conformazione dello sperone di roccia che emerge dall’acqua, innalzandovi le torri e la rocca. Questa piazza presenta scogliere a strapiombo sul mare e gli accessi al livello dell’acqua sono rappresentati da due o tre punti dove è quindi possibile pescare da terra.
Prima di vedere con esattezza i punti di interesse relativi alla pesca, cerchiamo di conoscere il modo di raggiungere il più comodamente possibile la piazza.
Attenti alla ZTL
La prima cosa da sapere che questa si trova nel centro storico di Piombino dove da diversi anni vige la zona ZTL, interdetta al traffico di auto e mezzi motorizzati e quindi anche di parcheggio. Il miglior modo per raggiungere Piazza Bovio con la macchina o comunque il mezzo proprio è quindi quella di attraversare il centro di Piombino e dirigersi verso Viale del Popolo. Questo può essere percorribile per circa 2/3 fino a giungere proprio al limite della zona ZTL. Il mezzo va lasciato lungo viale del Popolo o meglio ancora al parcheggio gratuito all’inizio del Viale. Purtroppo la zona di pesca non è proprio vicina e quindi è sempre bene innanzi tutto ridurre al minimo tutta l’attrezzatura da pesca.
I punti salienti dove poter effettuare la pesca con la bolognese ed eventualmente la pesca a fondo sono diversi e vengono identificati ne:
– La scogliera del Centro Velico
– La punta della Rocchetta
– La parte Ovest
La scogliera del centro Velico
Alla radice della piazza venendo da Viale del Popolo esiste una scalinata che porta al piccolo rimessaggio di barche del centro velico Piombinese. Alla fine dei vari posti barca sistemati su una piattaforma in cemento, procedendo verso sud ovvero la punta della piazza, esiste una piccolo pennello di scogli costruito artificialmente che offre buone postazioni di pesca. Sicuramente migliore la punta guardando l’isola d’Elba. Qui il fondale è abbastanza profondo, ed anche se di natura sabbiosa offre la possibilità di effettuare buone catture. Meno valida invece, la parte interna che è penalizzata da un bassofondo sabbioso. Essendo esposta direttamente ai venti meridionali, risulta valida soprattutto con scadute di vento da sud e sud/est, ma si presta bene anche con scadute di mare da sud/ovest ed ovest. Con questi ultimi venti anche se di forte intensità è sempre possibile trovare un riparo per la pesca in quanto la prominente punta scogliosa della Rocchetta, ne offre buon ridosso.
La punta della Rocchetta
Senza dubbio uno dei punti migliori per la pesca è rappresentato dalla punta estrema della piazza. Qui vi si accede oltrepassando l’ultima panchina nelle vicinanze del faro. Per scendere è obbligatorio avere entrambe le mani libere e quindi portarsi dietro lo stretto necessario. Anche se le postazioni di pesca sugli scogli naturali sono diverse, la migliore risulta quella della “bucata” appena sotto al faro. Qui il fondale è di circa 3 metri tutti scoglioso. Buone anche le poste di sinistra verso la scoglierina del centro velico oppure quelle di destra verso il porticciolo. Tutta la punta è un ottimo luogo di pesca con scadute di mare dopo venti meridionali. La pesca avviene con molto successo quando il mare è molto schiumoso. Si pesca sempre a ridosso della schiuma proprio sul suo formarsi, sfruttando al massimo le correnti che tendono a portare sempre verso il largo.
La parte ovest di Piazza Bovio
Questa parte della piazza presenta praticamente una delle zone più difficili da praticare. Nei tempi passati, in questa zona esisteva un tubo di scarico delle acque bianche che se pur diroccato è oggi ancora presente. I vecchi pescatori di Piombino, che si calavano con le corde dalla piazza per pesca sopra il mitico tubo, ricordano ancora con soddisfazione le grandi pescate che questa posta, oggi irraggiungibile, ha regalato. Nelle vicinanze del tubo, si trovano ancora due postazioni, rappresentate da due piattaforme di scogli di tufo, che a seconda del periodo e delle condizioni del mare sono ancora dei luoghi affascinanti per la pesca. Questi scogli, sono raggiungili passando nelle vicinanze della sede del Circolo il Porticciolo, verso appunto il porticciolo di Marina. tutte le zone ottimali con scadute di venti da sud e sud ovest, ma valide anche con quelli da sud e sud/est.
La tecnica di pesca a Piazza Bovio
Nei luoghi precedentemente detti, la pesca da terra che offre maggiori soddisfazioni è quella praticata con la bolognese ed indirizzata quattro specie di pesci ben specifici: Il sarago, la spigola, l’occhiata e la salpa. Le prime tre specie sono solitamente insidiate nella pesca diurna con mare mosso o in scaduta innescando sia il bigattino, che risulta un’esca universale, oppure con il filetto della sarda, tecnica molto utilizzata in questa zona. Contrariamente, l’occhiata, anche se catturata pescando le altre specie, può essere insidiata anche durante le ore notturne, specialmente nel periodo estivo, utilizzando naturalmente il bigattino. La pesca delle salpe, avviene rigorosamente con il mare mosso o in scaduta, e con acque molto torbide innescando l’erba. La pesca della salpa è una tecnica molto effettuata dai pescatori locali in quanto di facile attuazione e con poco spese per l’esca. Anche se la taglia di questi pesci è calata negli ultimi anni, i carnieri degli amanti della pesca della salpa risultano spesso ricolmi, specialmente nel periodo che va da febbraio a maggio e da settembre a novembre.
Nelle zone sopra dette, la canna bolognese è sicuramente l’attrezzo più indicato. Infatti, con tale canna è possibile raggiungere, con il lancio, tutte le zone di pesca e catturare un po’ tutte le specie sopra citate. Il vantaggio della pesca con la bolognese è dettato anche dal fatto di poter lavorare con l’aiuto del mulinello anche le prede di grossa stazza, cosa impossibile se usassimo la canna da punta. La lunghezza delle bolognesi deve variare tra i 6 ed i 7 metri,. Tale lunghezza è dettata soprattutto dalla lontananza spesso rilevante da livello del mare. Visto infatti che spesso opereremo con mare mosso e quindi con le onde che avanzano sugli scogli, è bene tenersi a dovuta distanza.
Le montature variano a seconda dell’esca impiegata. Utilizzando il bigattino si utilizza una lenza nel mulinello di diametro dello 0,16/0,18 millimetri con un galleggiante piombato da 3/5 grammi fermato a circa 3 metri dall’amo. Il terminale sarà lungo circa 2 metri di diametro dello 0,12/0,14 millimetri. La pesca avviene spesso nella schiuma per cui la piombatura (oltre a quella del galleggiante) sarà raccolta nella metà della lenza. L’amo sarà piccolo e mai al di sopra di un 14 meglio se nichelato a gambo lungo.
Totalmente diversa la lenza quando si dovrà pescare con il filetto della sarda. Essendo questo un boccone voluminoso rispetto al bigattino dovremo orientarci in merito. La madre del mulinello può essere benissimo un diametro dello 0,22/0,25. come galleggiante va benissimo un piombato da circa 10 grammi. Il terminale del tipo a forcella sardi diametro dello 0,20 millimetri con braccioli di lunghezza rispettivamente di 50 e 70 centimetri. Gli ami saranno a gambo lungo nichelati di misura del numero 2/4.
La stessa lenza viene usata anche per la pesca delle salpe, variando solamente la misura dell’amo che si riduce fino ad un 8/10 a seconda della dimensione dei pesci.
Se invece la nostra battuta di pesca viene effettuata durante ore notturne con mare calmo, la lenza sarà ancora diversa. In bobina metteremo uno 0,18 millimetri, i galleggianti dovranno essere o piombati con porta starlite oppure i classici galleggianti fissi per la pesca notturna mai superiori ai 3/4 grammi. Il terminale è composto da uno spezzone di nylon lungo circa 100/150 centimetri di diametro dello 0,12/0,14 con amo del numero 12/14 se tentiamo la pesca delle occhiate in superficie, oppure di 80/100 centimetri se tentiamo la pesca dei saraghi più vicini al fondo. Per la pesca notturna indicato il bigattino sia come esca che come pastura, da gettare sfuso, magari con la fionda se la nostra azione di pesca si svolgerà lontano dalla riva.
Tra gli accessori importantissimi durante tutti i vari tipi di pesche sarà il guadino, che ci aiuterà a recuperare le prede più grosse. La lunghezza minima di questo attrezzo, non dovrà essere inferiore a 4,5 metri. Tale lunghezza è dettata dalla distanza di alcune postazioni di pesca dalla superficie del mare.
Non mi dimenticherò mai di ricordarvelo, dopo la battuta di pesca portate via tutto ciò che fa sporcizia ed in particolar modo non lasciate mai la plastica sul luogo di pesca. Quindi scatoline, bustine di ami vuote o qualunque cosa utilizzate mettetela da parte ed alla fine della pescata la portate dietro con voi. Una volta sulla piazza poco più avanti troverete dei cestini o dei cassonetti dell’immondizia dove poter fare addirittura la raccolta differenziata. #lasciamoainostrifigliunmarepulito.
Piazza Bovio: Un po’ di storia
La stupenda Piazza Bovio è l’emblema della città di Piombino. Nell’antichità il palazzo degli Appiani, che ospita oggi il centro di biologia marina, era sede di un penitenziario ed i muri di cinta ne delimitavano il passeggio per i detenuti, occupavano quasi metà della piazza. L’altra metà, verso la punta era interessata dai ruderi di un antico fortilizio del sec. XI la Rocchetta, che ancora oggi conserva questo nome. Con la soppressione poi del bagno penale, le funzioni della piazza cambiarono e cambiò gradualmente anche la sua fisionomia. Nella prima decade del 900 furono abbattuti i muri di cinta del penitenziario, il quale venne adibito a scuole comunali. Il primo passo verso l’attuale stato si ha solo dopo la Prima Guerra Mondiale. Così nel 1919 la prima parte di essa, appare circoscritta da caratteristiche panchine, diverse da quelle attuali e che la chiudevano completamente dalla parte della Rocchetta. Poco dopo furono demoliti i resti della Rocchetta alla cui estremità venne innalzato nella seconda metà degli anni ’20 il faro. Nella seconda metà degli anni ’30 anche la seconda parte di piazza Bovio, dopo essere stata pianeggiata, venne delimitata da panchine di foggia diversa dalle precedenti (identiche a quelle attuali), mentre la file di quelle vecchie che la tagliavano in due venne eliminata. Nel 1940, dopo vari rifacimenti, Piazza Bovio aveva assunto quel suo affascinante aspetto di terrazza sul mare, e sebbene a scapito dell’antica e gloriosa Rocchetta, si presentava già al Mondo come una delle più belle piazze d’Italia, vanto ed orgoglio di tutti i Piombinesi. Dopo la guerra, iniziarono poi tutti i lavori di rifacimento che si conclusero negli anni 50 con l’unificazione stilistica delle panchine, estese anche ad un tratto di Viale del Popolo.
CREDITI: Si ringrazia il Comune di Piombino per le immagini e le notizie.