Viareggio carnevale e pesca

La Città del Carnevale: Viareggio

Molto spesso anche durante le ore diurne può capitare che una bella regina esca dal canale per predare sulla scogliera

Molto spesso anche durante le ore diurne può capitare che una bella regina esca dal canale per predare sulla scogliera

Quando si parla di Viareggio viene alla mente un luogo di vacanza dalle spiagge affollate in estate, ma anche il Carnevale con i carri allegorici tra i più grandi del Mondo che percorrono le strade a gennaio e febbraio. Con queste premesse nessuno si sognerebbe di tirare in ballo la pesca, eppure qui il mare è generoso. Da terra Viareggio offre diverse possibilità per fare catture, a partire dalle scogliere che proteggono il porto, dove con il mare in scaduta, armati di bolognese e  bigattini, possiamo sperare nella spigola, soprattutto all’alba e al tramonto. Con la calma piatta, si va all’interno delle mura portuali per tentare le orate a fondo, pesca che regala anche cefali “mostruosi”, spigolotte e altro ancora. Di notte, buoni anche gli angoli più nascosti del porto, così come le sponde del canale Burlamacco: fra le tenebre è la spigola a farla da padrona e, se vogliamo dar retta a chi conosce bene la zona, inneschiamo il gambero vivo al posto dei bigattini.

Viareggio: DUE MOLI PER TANTI APPASSIONATI

La graziosa cittadina toscana dell’alto Tirreno, siamo in Versilia, è famosa per la pescosità delle acque portuali, peraltro pulite e spesso solo velate dalla sabbia dei suoi fondali. Durante tutto l’arco dell’anno, sia all’interno sia all’esterno del molo di “Tito”, il più grande ed esposto a ponente e libeccio, e quello di  “Levante”, esposto ai venti del primo quadrante, i pescatori stazionano di continuo per occupare le postazioni migliori. Il posto è frequentato dagli appassionati locali ma anche dai loro “colleghi” di tutta Italia che si trovano qui in vacanza o che raggiungono i moli per pescare in uno degli ambienti che danno in assoluto più risultati in termini di quantità e qualità di catture. Viareggini a parte, i primi a scoprire le grandi opportunità dei moli furono, alcuni anni fa, i pescatori provenienti dalle acque interne che iniziarono ad usare il bigattino come esca… e a tutti gli effetti è stata la scoperta del secolo, per la pesca è chiaro!

UN PO’ Dl FOLLA

Non è un’esagerazione affermare che di pescatori sui moli del porto viareggino ce n’è in… quantità industriale. Gli appassionati si alternano giorno e notte e spesso sono amici che tengono occupata la posizione per favorirsi l’un l’altro. ln concomitanza dei periodi in cui accostano le varie specie di pesci, il passaparola attira i pescatori e per il nuovo venuto non è molto semplice trovare un “buchino” dove piazzare le canne, soprattutto all’apice del molo di Levante. Con queste premesse è logico scoraggiarsi e scegliere un’altra meta ma, a onor del vero, va detto che il notevole affollamento sul molo appena citato si ha da giugno a settembre, quando è l’orata la protagonista delle pescate-maratona. A questo punto ci sono due soluzioni: si tenta lo sparide da altre parti del molo oppure si va a caccia di altre specie, e ce ne sono in abbondanza: “ragni”, cioè le spigole per i viareggini, orate, saraghi, mormore, occhiate, cefali, serra e lecce…

APPORTO D’ACQUA DOLCE

Canale Burlamacco

Canale Burlamacco

Una caratteristica del molo di Levante è il canale Burlamacco, che lo costeggia per l’intera lunghezza e poi finisce in mezzo al porto, poco prima del mare aperto. Questo significa un apporto costante di acqua dolce, un rimescolamento continuo che attira molte specie. Ci sono cefali che risalgono ma anche spigole e serra che aspettano al varco la minutaglia. Il canale nasce dal Lago di Massaciuccoli, dopo circa 12 chilometri di viaggio arriva al mare. Il canale è ottimo per i cefali nel periodo estivo, nella parte sud all’altezza del molo della Madonnina. Orate a parte, in cima al manufatto, la parte esterna del molo di Levante, dove l’acqua è più profonda a circa 150 metri dalle spiagge, è una zona ottima per spigole e occhiate. Spostandosi sul molo Tito, invece, ci sono altre due belle postazioni. ln cima si prendono le orate e le spigole: le prime durante il giorno, le seconde soprattutto nelle ore di buio. Poi c’è anche una piccola spiaggia che si è formata all’interno del molo ed è ideale per il beach legering o la pesca con il pasturatore.

Viareggio:

Giorno e notte belle catture

Viareggio non è solo pescsa diurna e proprio di notte si possono catturare delle belle spigole

Viareggio non è solo pescsa diurna e proprio di notte si possono catturare delle belle spigole

Volendo stilare una classifica delle specie più ambite dai pescatori qui a Viareggio, si finirebbe con un ex aequo per il primo posto: orata e spigola a pari merito. Cominciamo a trattare del secondo pesce. Ci sono diverse poste adatte alla spigola, a cominciare dalla parte esterna del molo di Levante, circa dalla metà in su, e la punta del molo di Tito… Poi, visto che il predatore gira, nessuno proibisce di tentare anche da altre parti. L’azione avviene sia di giorno sia di notte, con due esche: bigattino con la luce, gambero vivo al buio. È importante anche sapere quando pescare. Ad autunno inoltrato, inizio primavera o in inverno non ci sono grossi problemi, giorno o notte diventano una scelta personale, ma durante la bella stagione qualcosa cambia. Nel periodo estivo, infatti, Viareggio è letteralmente invasa dai turisti che affollano le spiagge, compresa quella del molo Tito, per cui l’inevitabile confusione, a terra come in acqua, costringe a una limitazione di orario: si pesca dalle 19 alle 10 del mattino, facendo nottata.

Attrezzatura da non sottovalutare

Come sempre l’attrezzatura per la pesca non va sottovalutata a Viareggio servirà una bolognese se si pesca a galla o una beach se si vuole tentare l’orata a fondo.

La bolognese va bene di lunghezza media e quindi una 6 metri è l’ideale a questa andrà abbinato un mulinello di misura tra 2500 e 400 a seconda delle abitudini personali. In bobina è bne mette uno 0,16/0,18 per essere pronti a pescare sia con il bigattino e quindi una lenza più sottile, ma anche per l’innesco con il gambero vivo e quindi una lenza di diametro più grosso. I galleggianti varieranno da 1/1,5 se si pesca con il bigattino e potranno raggiungere i 2/3 se si pesca con il gambero vivo.

Top di gamma, ultra leggera, sempre prodotta in U.L.A.F. carbon M55-60 e carbon PRO FORCE., essendo una canna medio rigida e quindi più indicata per terminali sottili.

Top di gamma, ultra leggera, sempre prodotta in U.L.A.F. carbon M55-60 e carbon PRO FORCE, essendo una canna medio rigida e quindi più indicata per terminali sottili.

 

Molti locali pescano così

Il sistema bolognese-inglese ideato dai locali per catturare branzini… e non solo!

Per catturare le numerose ma sospettose spigole della Versilia, i viareggini hanno messo a punto una tecnica mista che ai pregi della bolognese unisce quelli dell’inglese. Ci vuole una bolognese  lunga 6 metri e un mulinello carico di 0,14/0,16. Con una piccola girella a moschettone si fissa alla lenza madre un galleggiante all’inglese. Circa 3 metri sotto si lega una girella del 20 alla quale si annodano 1,50 metri di fluorocarbon dello 0,10 armato di amo a gambo corto e curva larga del 16-20. La piombatura, pallini del 7 e dell’8 e pari al 40% della portata del galleggiante, va distribuita sui 5-6 metri di lenza che separano il galleggiante dall’amo. Dopo aver innescato per la coda un unico bigattino e lanciato a circa 10 metri, preferibilmente con la corrente che va verso il largo, si inizia a pasturare spesso con poche larvette alla volta lanciate con la fionda. Con questo sistema alle spigole si accodano anche orate e cefali, e in autunno arrivano pure aguglie e lecce stella.

LEGGERI PER LA REGINA

Per portare a casa la spigola ci vuole una bolognese da 6 metri, una carna che si può definire universale perché permette di operare nelle diverse zo- ne. Il nylon sul mulinello è dello 0,14 che spesso scende allo 0,12… visto che l’obiettivo è lo smaliziato serrani- de. Sempre per via della diffidenza, il terminale è in fluorocarbon dello 0,08- 0,12, lungo un metro e armato con un amo dal 20 al 16 a gambo corto e curva larga. A segnalare le abboccate c’è un galleggiante da 1,50 grammi con porta starlight se si pesca di notte, da 1 grammo se l’azione è diurna. Il segnalatore è tarato con una serie di pallini spaccati messi a scalare sulla lenza madre, con l’ultimo a circa 10 centimetri dall’asola di collegamento del finale. Se l’esca è il bigattino, se ne innescano uno o due e poi si effettua una pasturazione leggera, una piccola manciata di larvette per volta lanciate con la fionda, ma continua e regolare. Molta attenzione sul galleggiante, perché la mangiata spesso arriva poco dopo il lancio dei bigattini ed è sempre netta e decisa… e se non si è rapidi nella ferrata, ciao spigola!

SOLO BELLI GROSSI

Un'esca eccezionale per la spigola

Un’esca eccezionale per la spigola

Quando si pesca con il gambero vivo si mira al pesce di taglia e se arriva la mangiata, il più delle volte è una bella spigola. Si tenta di notte, canna e mulinello sono gli stessi descritti per il bigattino ma cambiano il diametro dei fili e la struttura del terminale. Vista la precedente, questa strategia è piuttosto grossolana, infatti sul mulinello c’è un nylon 0,18-0,20 mentre il terminale è in fluorocarbon dello 0,1 6, lungo 1,50 metri con un amo dell’8 e collegato alla lenza madre da una piccola girella. Il galleggiante è piombato oppure normale, cambia solo la zavorra. Per il primo tipo si mette solo un piombino per mandare giù il terminale, invece il segnalatore normale va tarato con una torpille e una serie di pallini a completare la portata; in entrambe i casi la zavorra va posizionata vicino alla piccola girella che regge il terminale. La notte di spigole in giro ce ne sono tante, ma la zona dove incrociano i pezzi grossi è la punta del molo di Tito dove, però, si sente abbastanza la corrente causata dalla marea: si pesca in passata e basta qualche trattenuta per operare in maniera corretta, con l’esca perfettamente in posizione.

Orata superstar

Canne Beach, ma spesso anche semplici canne da bombarda ad azione non troppo rigida capaci quindi di gestire piombature non superiori ai 50 grammi sono le idelae per pescare a fondo l’orata. Non occorrono quindi piombi pesanti e lanci lunghi ma ci vuole comunque una buona sensibilità sul cimino, le canne andranno abbinate a un mulinello di media grandezza carico di nylon 0,25-0,30. La montatura è semplice. Si usa sempre un piombo scorrevole da 25-40 grammi, a battere su un pezzetto di silicone messo a proteggere il nodo della girella con moschettone, a cui viene annodato il terminale lungo circa un metro dello 0,20-0,22, meglio se in fluorocarbon. Se l’esca è la cozza intera ci vuole un amo del 4-6, secondo le dimensioni dell’esca; se invece si innesca il granchietto vivo, ci vogliono tre ami in linea del 6-8.

 

DUE INNESCHI

La spiaggia all’interno del molo di Tito e la punta del molo di Levante, propio all’interno del porto di Viareggio,  sia dagli scogli sia in prossimità del faro rosso, sono le postazioni migliori per l’orata. E una pesca d’attesa che dà sempre buoni risultati e raggiunge il massimo da giugno a settembre. A Viareggio chi pesca a fondo usa due esche in particolare, il granchio e la cozza, anche se il primo viene preferito.

La cozza viene innescata intera completa di guscio: basta aprirla leggermente con la punta di un coltello, infilare l’amo e togliere la lama. Per quanto riguarda il granchietto, ce ne vuole una buona scorta nelle varie dimensioni, da tenere in bacinelle con un dito di acqua salata per mantenerli freschi, eliminando i soggetti morti perché emettono uno sgradevole odore in tempi rapidi.

DALLA SPIAGGIA DEL TITO

veduta della spiaggia sul molo Tito

veduta della spiaggia sul molo Tito

Nella zona portuale di Viareggio, quasi alla fine del molo che si affaccia sul porto, si è formata una spiaggia creata dalle mareggiate invernali che hanno portato la sabbia dal mare aperto. Il posto è sfruttato dai bagnanti, naturalmente nella bella stagione, ma è anche un’ottima postazione per il beach legering e il pasturatore. Si pesca di giorno e di notte ma occorre fare molta attenzione al transito delle imbarcazioni in entrata e uscita dal porto. Orate, mormore e qualche ombrina sono le prede che arrivano con frequenza su esche come arenicola, americano, bibi e naturalmente il granchietto, da alternare secondo la stagione, innescate su ami dal 10 al 6.

CON DUE FINALI

Dalla spiaggia si pesca anche a beach legering con canne da 80-100 grammi, facendo attenzione a non forzare mai i lanci per non farsi tranciare il filo dalle barche di passaggio. Un altro accorgimento è non tenere la canna alta sul picchetto ma metterla con il cimino a radere l’acqua, di conseguenza anche il filo rimane sotto. Se il posto non è troppo affollato, l’ideale è mettere due o tre canne in posizione, tutte abbinate a mulinelli carichi con nylon 0,25-0,30; visto che i lanci sono abbastanza corti, non conviene montare lo shock leader. Il piombo è sempre scorrevole e pesa 60-100 grammi, mentre il terminale è singolo oppure doppio. Nel primo caso è lungo 1,50 metri. La seconda soluzione, invece, vede l’aggiunta di un bracciolo sopra il piombo. ln pratica, si mette una girella tra la lenza madre e uno spezzone di nylon 0,25-0,30 lungo 1,40-2 metri, poi a metà circa si forma un bracciolo lungo 40-80 centimetri dello 0,18-0,22. Una volta infilato il piombo, si annoda in fondo allo spezzone un’altra girella e si collega il terminale lungo 60-80 cen- timetri; i diametri dei due finali vanno scelti in base alla preda: il minore se ci sono le mormore, l’altro per le orate.

Solo Fluorocarbon

Inutile sottolineare che tutti i terminali per qualsiasi tecnica di epsca effettueremo il fluorocarbon sarà obbligatrorio. Sottile dallo 0,08 allo 0,12 per pescare con il galleggainte alle spigole e dallo 0,18 allo 0,25 per la pesca a fondo alle orate, ma attenti a volte ci vole anche uno 0,30 millimetri

VAI CON IL FEEDER

Viareggio è anche Feeder e per questo sistema di pescsa ci vogliono canne dedicate da 10-60 grammi di potenza, da 3,60-4 metri di lunghezza, e mulinelli di media grandezza con la bobina carica di 0,18-0,20. Si pesca con il pasturatore da 30 grammi circa, un modello chiuso perché l’aperto fa uscire i bigattini velocemente causa la corrente. Il feeder è scorrevole, montato su un antitangle e fermato da uno stopper in gomma pri- ma della girella che porta il terminale, lungo 1,50-2 metri in nylon 0,14 oppure fluorocarbon 0,16. L’amo e un 10-12 a filo sottile per innescare due o più bigat- tini. Quando il pasturatore è sul fondo a fare il suo dovere e arriva l’abboccata, deve arrivare una ferrata immediata, perché l’orata va agganciata per il labbro: se l’amo va a finire sul palato o tra i denti c’è il rischio che non faccia presa o, peggio ancora, che venga schiacciato dalle potenti mascelle del pesce. Insomma, dai moli di Viareggio ci sono tante opportunità di cattura per diverse tecniche, poi se si vogliono fare anche quattro lanci a spinning, magari nell’attesa che la canna a fondo si pieghi, i predatori non mancano…

 

E…… con buonapesca.it

Non poteve certamente mancare un video dedicato a Viareggio. Un divertertente come sempre appuntamento con gli amici Gianfranco Monti e Ighli Vannucchi