Charter di pesca e scuole di pesca/1

Charter di pesca e scuole di pesca

Negli ultimi anni anche il nostro paese, ha avuto il boom dei charter di pesca. In tutta Italia, sono nati molti “esperti” che con la propria barca organizzano uscite di pesca. Ma come funziona un charter di pesca?

Charter significa letteralmente “Carta”: con il tempo il termine è stato impiegato per indicare il noleggio di un’imbarcazione o di un altro mezzo di trasporto. Per vacanza in charter pesca si intendono tutte quelle imbarcazioni private che possono accogliere singoli e/o gruppi, la cui passione è la pesca sportiva. Le vacanze in charter di pesca possono essere di una mezza giornata, di una intera giornata o di due o più giorni. Il charter di pesca offre un turismo diverso. Si vive in barca un’esperienza indimenticabile!

Nel 1990 sono nati in Italia i primi due centri di pesca con lo stile dei migliori centri made in U.S.A.  Il primo è stato il Centro Pesca di Porto Ottiolu in Sardegna creato da Paolo Sala e poi nella seconda metà dello stesso anno è stata la volta del Centro di Pesca Arcipelago Toscano di Marco Meloni con base a Piombino (LI). Da allora poi molti altri appassionati si sono affacciati a questa attività, alcuni con successo, altri un po’ meno, ma in diversi hanno tentato questa avventura. La nascita dei charter di pesca in Italia è stata creata dopo il successo di quanto accadeva nei mari tropicali. I viaggi di pesca all’estero hanno sempre destato interesse da parte degli amanti di questo sport. Marlin, pesci vela, tonni ed altre tantissime specie hanno sviluppato i sogni di coloro che, vuoi per mancanza di una barca, vuoi per trascorrere una vacanza diversa dal solito, hanno cercato nel viaggio all’estero una meta dove reprimere la routing quotidiana.

Una bella foto di gruppo prima di rilasciare libera la preda catturata

Una bella foto di gruppo prima di rilasciare libera la preda catturata

La pesca con l'aquilone non vuol dire solo vela, in questo caso af attaccare l'esca è stata una bella lampuga

La pesca con l’aquilone non vuol dire solo vela, in questo caso af attaccare l’esca è stata una bella lampuga

Il vela sottobordo sta per essere afferrato per il ristro

Il vela sottobordo sta per essere afferrato per il ristro

L'angler mostra la vela del pesce in tutto il suo splendore

L’angler mostra la vela del pesce in tutto il suo splendore

I primi charter di pesca nel nostro paese però risalgono ai primi anni ’70 e precisamente nelle acque del mar Adriatico. Sfruttando le barche adibite a gite giornaliere lungo le coste sabbiose dei lidi adriatici, e soprattutto l’abbondanza di pesce azzurro, si sono approntati i primi charter di pesca, un divertimento assicurato a tutti coloro che si avvicinano anche per la prima volta alla pesca sportiva dalla barca. Con il passare degli anni poi i charter di pesca hanno avuto un notevole sviluppo tanto da propagarsi in tutta la nostra penisola, con variazioni sul tema di barca e tipi di pesca e soprattutto differenze essenziali tra i due nostri grandi mari: l’Adriatico ed il Tirreno.

La pesca in Adriatico dal barcone è una risorsa turistica notevole che si effettua per tutto il litorale fino alle coste pugliesi

La pesca in Adriatico dal barcone è una risorsa turistica notevole che si effettua per tutto il litorale fino alle coste pugliesi

La pesca in acque Tirreniche con le scuole di pesca solitamente raccoglie 4/5 pescatori

La pesca in acque Tirreniche con le scuole di pesca solitamente raccoglie 4/5 pescatori

Il charter Adriatico

Nel mar Adriatico la pesca in charter dai barconi che possono ospitare fino a 40 ed oltre pescatori a bordo e sicuramente quella maggiormente effettuata. Tale tipo di charter si effettuata solitamente in un periodo stagionale che va da maggio a fine ottobre e spesso a seconda delle annate anche Novembre. In questo periodo, vengono effettuati addirittura 3 turni di pesca: mattina (solitamente dalle 6 alle 14), pomeriggio (dalle 15 alle 22) e quella notturna (dalle 23 alle 05.00).

Al momento della prenotazione che solitamente avviene per via telefonica, il comandante del charter o l’agenzia preposta all’organizzazione del viaggio conferma la disponibilità dando un numero d’identificazione che poi sarà ritrovato una volta a bordo e rappresenta la nostra postazione di pesca. I posti vicino alla poppa sono i migliori in quanto la corrente porterà proprio in questa direzione la pastura (naturalmente se la barca si ancora di prua).

intende andare a pescare sul barcone deve innanzi tutto sapere che i posti di pesca, numerati in ordine progressivo (1 a prua e giro giro intorno alla barca per ritornare con i numeri più alti ancora verso la prua) sono attaccati uno con l’altro perciò ogni pescatore sarà “a gomito a gomito”. Una volta in barca saremo fianco a fianco solitamente a persone che non conosciamo e quindi il rispetto verso gli altri è la prima cosa a cui dovremo tenere conto.

Innanzi tutto dobbiamo sapere che dal barcone nella maggioranza dei casi l’attrezzatura non è compresa nell’uscita, ovvero ognuno deve portarsi la propria attrezzatura da pesca a partire dalla canna e mulinello e naturalmente tutta l’attrezzatura secondaria (terminali pronti, monofili ami, piombi ecc.). Comprese invece le esche e la pastura. L’esca dell’adriatico è solitamente costituita da sarde ed alici. In tutti i casi ogni pescatori può portarsi l’esca che ritiene più idonea.

E’ compreso anche il pasto a bordo, solitamente spaghettata con sugo a base di pesce e naturalmente vino ed acqua a volontà.

 

I pesci del barcone

In adriatico le uscite di pesca sono solitamente orientate verso la cattura del pesce azzurro. Dal periodo primaverile si catturano solitamente gli sgombri, sugarelli, boghe e aguglie. Con l’arrivo dell’estate, si registrano catture di palamite e alletterati.

 

Prepariamoci alla pesca

Attrezzatura da portarsi

Dai barconi solitamente l’attrezzatura non è presente a bordo e quindi ognbi singolo pescatori dovrà portare la propria canna, mulinello e miniteria varia per svolgere l’attività di pesca.

Per poter pescare comodamente da barche grandi come appunto i barconi, le misure ideali delle canne da impiegare variano di lunghezza da 4 a 5 metri. Molte aziende in proposito hanno creato attrezzi appositamente studiati allo scopo; ovvero canne molto resistenti che riescono ad aiutare i combattimento con pesci di taglia notevole (palamite e alletterati), ma che allo stesso tempo sono validissime anche per grossi sgombri, sugarelli ed aguglie. Il mulinello dovrà essere imbobinato con un monofilo di diametro compreso tra lo 0,30 e lo 0,40 millimetri di diametro.

Una volta sul barcone è bene sempre disporre di tutti i terminali pronti ed un’accessoristica di scorta dovrà servire solo per riparazioni o modifiche dell’ultimo momento.

Una volta a bordo a parte alcuni terminali strappati dai pesci, vero problema saranno gli ingarbugliamenti con i pescatori vicini. Purtroppo essendo molto attaccati l’uno con l’altro, al momento della partenza di un grosso lanzardo o di una palamita e magari una regolazione sbagliata della frizione del mulinello, avremo il risultato di una raccolta di lenze che sarà come dire una parrucca di monofili.

I terminali più impiegati sono quelli con un amo singolo con bracciolo lungo circa 2 metri collegato alla lenza madre con una girella con moschettone. Tale bracciolo varia come diametro dello 0,25 allo 0,35 millimetri, con spezzone di dacron o di fluorocarbon in presenza di palamite. La piombatura sarà minima ovvero pochi grammi in assenza di corrente, fino ad oltre i 50 grammi a seconda della sua intensità.

 

Attrezzatura da portarsi per la pesca dal barcone:

– 2 canne di lunghezza dai 4 ai 5 metri;

– 2 mulinelli con monofilo di diametro differenziato una con lo 0,30 ed una con lo 0,40 millimetri (magari anche due bobine di scorta);

– 1 guadino con manico telescopico di almeno 4 metri di lunghezza;

– Bobine di monofilo per terminali in fluorocarbonio e non di diametri variabili dallo 0,20 allo 0,35;

– Ami di numerazione variabile da un 2/0 ad un 10.

– Mini accessori vari come girelle, perline, forbici, coltello, slamatore ecc;

– Un contenitore per i pesci;

– Terminali pronti di varie lunghezze con diametri ed ami diversi.

 

Alcune regole da rispettare sul barcone:

Prima di partire

–  Controllare sempre le previsioni meteo marine e chiamare l’organizzazione per assicurarsi l’effettuazione dell’uscita

– Premunirsi se necessario di pastiglie per il mal di mare, cerotti, polsini o gomme contro la nausea.  A tale proposito se siamo soggetti a mal di mare, evitare di fare colazione a base di latte, caffè o liquidi in generale (dannosissima la spremuta di arancia), lo stesso dicasi per paste alla crema, cioccolato ecc. Portarsi sempre dietro da metter in bocca tipo crocchette.

– Non dimenticarsi mai una cerata ed un paio di stivali in qualsiasi stagione decidiamo di uscire.

– Accertarsi sempre di quello che è offerto con il prezzo richiesto dal gestore dell’imbarcazione, ai vari cosnumi, carburante, mangiare, bere esche e pasture, ecc.

In pesca

– Nel momento in cui la lenza con il pesce allamato da un nostro vicino arriva nei pressi della nostra, dovremo spostare immediatamente la canna dalla parte opposta in modo da evitare qualsiasi tipo di ingarbugliamento.  In molti casi conviene recuperare la nostra lenza dall’acqua ed aspettare che il pesce del vicino sia stato salpato.

– Prima di lanciare o comunque calare la lenza controllare sempre la posizione delle canne dei vicini e mai calare la nostra su un traverso di un’altra

– Aiutare il vicino con il guadino in caso di cattura di un certo rilievo

– Aumentare o diminuire la piombatura nel caso che gli ingarbugli con i vicini aumentano di frequenza (molto spesso la corrente, trascina un piombo leggero verso il senso opposto di ancoraggio della barca creando detti ingarbugli).

 

Segue…….