Bambini e pesca

I bambini e la pesca: la passione della pesca si tramanda solitamente di padre in figlio, ma la soddisfazione raggiunge l’apice quando è il bambino di sua spontanea volontà a voler entrare in questo universo

Bambinpesca un ritrovo ormai abituale organizzato dallo Yacthing Club di San Vincenzo LI

 

Sono passati ormai molti anni da quando anch’io, bambino, andavo a pescare con mio padre. A distanza di tempo ricordo ancora l’ansia, la preparazione e i sogni della notte antecedente la battuta di pesca. Sicuramente mi alzavo dal letto con maggiori soddisfazione e sveltezza di quando dovevo andare a scuola, ma la pesca non è mai andata avanti allo studio e così sono riuscito a conciliare la mia passione con il dovere. Come tutti i bambini sognavo il calcio, ma l’esperienza di portiere (che mi dava delle decorose soddisfazioni) è durata molto poco, quel tanto che è bastato per farmi decidere la strada del “dopo dovere” da prendere. Ho scelto la pesca, che come il calcio inizialmente mi prendeva poco tempo. Qualche allenamento nel pomeriggio e le gare la domenica. La passione è divenuta nel tempo una vera e propria professione e i risultati e le affermazioni non sono certo mancati.

Mio padre è sempre stato un patito per la pesca e le basi, le piccole malizie e trucchi li ho scoperti da lui. Andavamo in mare quasi tutti i giorni e non mancava una “scaduta” che non facevamo insieme. Con lui ho preso i pesci più grossi, con lui ho trascorso nottate intere in mare sia in barca che in costa.

Del resto, credo che non esista un padre appassionato di pesca che non abbia mai portato il proprio figlio sul mare. Il primo pesce, la prima esca da prendere in mano, il primo sorriso sulla bocca di un bambino si rispecchiano negli occhi del padre che brillano di felicità. Ma torniamo al tema, la preparazione di una uscita di pesca con un bambino deve essere seguita con attenzione valutando a monte tutte le cose da fare e da prevenire.

bambine o bambini

 

Il luogo di pesca

La scelta del luogo di pesca è in assoluto il fattore più importante. Sicuramente il posto più sicuro è il molo di un porto. Comodo da raggiungere e sicuro per pescare, il molo di un porto però ha determinati limiti. Infatti non tutti i porti della nostra penisola e isole sono aperti alla pesca e quindi dovremo scegliere quello giusto. E’ bene quindi informarsi sempre prima di ogni battuta presso la Capitaneria o ufficio circondariale marittimo dei permessi o dei luoghi dove è possibile fermarsi a pescare. Da evitare sono le scogliere, data la pericolosità che presentano sia di raggiungimento che di comodità in pesca. Da tenere sempre presente che, a seconda dell’età dei nostri bambini, sarà già un problema tenerli fermi, per cui la scelta del luogo diventa di primaria importanza.

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La tecnica di pesca per bambini

Ricordiamoci innanzi tutto che dobbiamo per forza di cose far prendere almeno un pesce al bambino, per cui non mettiamoci in testa di cercare tecniche strane e mirate magari alla cattura di esemplari grossi che tentano sì il padre, ma spesso deludono il piccolo che si stanca presto di aspettare. Solitamente si cerca di effettuare una tecnica semplice dove solo una “mini attrezzatura” e l’esca abbiano il compito di catturare. Partiamo con il pressupposto di prendere qualcosa anche se piccolo. Il metodo più semplice è quello della pesca di fondo. Nel periodo estivo è facile trovare i pescetti classici dei moli, per cui le donzelle, i labridi e gli sparlotti saranno “le prede” cui mireremo.

 

L’attrezzatura da bambini

Si inizia solitamente con una piccola canna fissa sui tre metri che si adatta bene a qualsiasi tecnica di pesca. Per i più esperti e grandicelli la canna può arrivare fino a 5 metri, ma non supererei inizialmente tale limite. La canna con il mulinello è spesso una soluzione utile, specialmente in quei luoghi dove la profondità dell’acqua supera la lunghezza della canna fissa: questo tipo di attrezzo non dovrà essere più lungo di tre/quattro metri e la vetta dovrà essere sensibilissima. Dobbiamo quindi basarci su due tipi di lenza, quella con il galleggiante, da mettere sulla canna fissa, e una lenza senza ausilio del galleggiante per quella con il mulinello. La lenza per la fissa sarà composta da una madre lunga poco meno della canna, con un diametro massimo dello 0,20 millimetri. A questa applicheremo un piccolo galleggiante di varia forma, l’importante è che sia sensibile e di grammatura non superiore ai due grammi. Il terminale sarà composto da un unico spezzone di nylon di diametro dello 0,16/0,14 lungo circa 30/40 centimetri recante un amo del n. 14/16. La piombatura verrà fatta con una serie di pallini spaccati di dimensioni adeguate al galleggiante. Per la canna a mulinello il compito di costruire la lenza è molto più semplice. Usando per esempio un monofilo nel mulinello dello 0,18 possiamo inserire un piombo di forma sferica o a goccia di 10/15 grammi fermandolo poi con un pallino di piombo spaccato e lasciando sotto di questo un piccolo bracciolo di 10/15 centimetri dove legare l’amo. Più complicato, ma sicuramente più redditizio, è applicare il piombo terminale e subito sopra di questo due piccoli braccioli a bandiera.

Il sorriso di un bambino la gioa di un genitore

L’esca

I vermi di mare sono l’esca più idonea e in particolar modo la tremolina si adatta allo scopo sia per la quantità considerevole di vermi contenuti in una confezione, che per appetibilità di questi verso i pesci. Ricordiamoci che la tremolina si innesca dalla testa per poi farla scorrere a coprire interamente l’amo. Per iniziare non conviene complicare le cose con altre esche che risultano poi difficili da usare e da destinare ai piccoli pesci del sottoriva.

Come pescare

Dobbiamo innanzitutto sapere che la tecnica di pesca si effettua nelle strette vicinanze del fondo. Con la canna e il galleggiante dovremo fare in modo che l’esca scenda il più possibile. Dovremo quindi far scorrere il galleggiante sulla lenza madre, verso la punta della canna e cercare di capire quando l’esca staziona a circa 20/30 centimetri dal fondo. Il metodo più semplice per stabilire la profondità di stazionamento dell’esca rispetto al fondo è quello di applicare un piccolo piombo all’amo e far calare la lenza nel punto di pesca. Se una volta toccato il fondo dal piombo, il nostro galleggiante affonderà di 20/30 centimetri saremo in pesca perfettamente. Se invece il galleggiante andrà più a fondo, dovremo alzarlo ancora verso la vetta; se, contrariamente, non affonderà per niente dovremo spostarlo verso il terminale. Nella pesca con mulinello la situazione primaria di pesca è in assoluto più semplice in quanto sarà sufficiente aprire l’archetto del mulinello e far scendere il terminale sul fondo. Fatta questa operazione, basterà mettere in trazione la lenza e attendere le toccate del pesce. Per la pesca con la canna fissa le toccate saranno avvertite dall’affondare del galleggiante, mentre con il mulinello dall’oscillare continuo della vetta. In entrambi i casi dovremo ferrare prontamente e recuperare la preda allamata.

A disposizione  dei bambini

La cassetta del nostro “Pierin pescatore” dovrà contenere lo stretto necessario alla pesca. Un galleggiante di riserva, diversi piombi a sfera o a goccia da 5/10 e 15 grammi, una o due scatole di pallini spaccati, due o tre rotolini di monofilo di diametro da 0,16/0,18/0,20, ami di riserva del numero 16/14/12, uno slamatore per i pesci che ingoiano l’amo. Insomma tutto lo stretto necessario per cambiare tecnica o rifare un terminale. Al bambino servirà anche uno straccio per slamare i pesci, un secchiello con acqua di mare dove metterli (e vederli nuotare). Il genitore dovrà comunque essere sempre pronto ad effettuare i primi inneschi, a slamare i primi pesci e prestare attenzione sempre ai pesci più pericolosi per i piccoli. Attenzione quindi alle piccole tracine e agli scorfani per le punture; alle bavose per i morsi che possono dare con i piccoli denti aguzzi, ecc.

I bambini e la pesca a cura del Pediatra

La pesca è una di quelle attività che consente di mantenere quel reale contatto con l’ambiente che, con l’avanzare della tecnologia, si va progressivamente perdendo. L’influenza dei mass-media può incidere drammaticamente sui vari soggetti tanto più in un organismo in evoluzione come quello del bambino. Proprio per questo, se teniamo a una sana evoluzione, occorre incentivare quei meccanismi che comportano un positivo rapporto con la natura nella ricerca di quell’armonia uomo-natura che si sta sempre più perdendo di vista. Una canna da pesca, un’esca appropriata, una cura per i calamenti, una bella giornata di sole su un fiume, su un laghetto, sulla riva del mare, un impegno per migliorare le proprie capacità, un misurarsi con i risultati ottenuti, sono tutti elementi che possono degnamente sostituire giornate passate davanti a un computer o a un videogioco. Come pediatra consiglio sempre ai genitori dei miei piccoli pazienti di spingere i loro figli all’iniziativa, all’intraprendenza, all’autonomia, alla capacità di gestirsi le più varie attività e a non essere passivi consumatori di ciò che il mercato propina. Tutte le attività che comportino responsabilità, ingegno e rispetto dell’ambiente sono auspicabili e fra queste senz’altro la pesca sportiva. La pesca fra l’altro è un tipo di sport che non comporta temerarietà e i rischi sono relativamente pochi. Bisogna tener presente comunque la possibilità di incidenti che si possono evitare con una minima attenzione e previdenza. Ad esempio una caratteristica di questo sport è l’orario di inizio, normalmente, la mattina presto. Poiché di solito la prima colazione viene trascurata c’è il rischio di crisi di ipoglicemia. E’ sempre auspicabile quindi una prima colazione razionale prima di cimentarsi in una attività che richiede un certo impegno e resistenza. Un altro rischio non irrilevante è quello del colpo di sole. Il sole, oltre a produrre ustioni per l’azione dei raggi ultravioletti, può provocare un riscaldamento eccessivo della superficie cutanea con conseguente sudorazione profusa che, a sua volta, può portare a disadratazione. Il trattamento consiste nel togliere il soggetto colpito dall’azione diretta dei raggi solari, somministrare liquidi e applicare spugnature fresche o borse del ghiaccio. I sintomi con cui si presenta possono essere cefalea, nausea e vomito, specialmente se l’azione dei raggi solari è diretta sul capo. E’ sempre necessario, a titolo preventivo, usare un copricapo che non permetta un’azione diretta dei raggi solari sulla testa e indumenti leggeri che evitino una eccessiva sudorazione. Sarebbero da preferire le prime ore del giorno e la sera per evitare permanenze eccessive sotto il sole. Un altro rischio frequente è quello delle punture di insetti o di pesci, che possono comportare reazioni allergiche particolarmente gravi. Sarà necessario ospedalizzare immediatamente il bambino se appare pallido e sudato dopo la puntura, se compaiono sibili o difficoltà respiratorie oppure gonfiore, dolore e prurito in sedi diverse da quelle della lesione. Se non compaiono questi sintomi si può attendere con maggiore calma. Il trattamento consiste in impacchi ghiacciati per allievare il dolore, il gonfiore e il prurito e nella somministrazione di antistaminici o cortisonici solo se questi sintomi sono particolarmente accentuati. Anche se la reazione allergica grave rappresenta un evento abbastanza infrequente, quando capita richiede sempre un intervento immediato. L’entità del gonfiore conseguente a una puntura è maggiore in un bambino che in un adulto. Una semplice puntura di zanzara sull’occhio di un bambino può causare la chiusura che, di per sé, non è un evento preoccupante. Data la scarsa esperienza e la insufficiente dimestichezza che un bambino naturalmente presenta nei confronti della pesca, bisogna metterlo bene in guardia anche dai rischi che possono derivare dall’avere a che fare con l’amo, corpo acuminato particolarmente pericoloso per la sua conformazione. Nel caso che penetri accidentalmente e profondamente in qualsiasi parte del corpo non si deve assolutamente cercare di toglierlo, ma recarsi al più vicino Pronto Soccorso. Da quanto abbiamo detto un idoneo equipaggiamento per un bambino che va a pesca dovrebbe essere costituito oltre che, naturalmente, dall’attrezzatura da pesca, da qualche alimento ricco di zuccheri se la permanenza sul luogo si dovrà protrarre per diverse ore; da bevande adeguate all’eventuale necessità, da indumenti leggeri se fa molto caldo, da un copricapo, da una crema antistaminica per eventuali punture, da un normale disinfettante per eventuali ferite e abrasioni. Malgrado tutte le precauzioni da prendere, la pesca è uno degli sport meno pericolosi sia per i bambini che per gli adulti; uno sport in cui si sposano felicemente tranquillità, ingegno, divertimento, armonia con l’ambiente e quindi ha tutti i requisiti per essere incentivato anche fra i bambini.