L’Alalunga
Ord. PERCIFORMI
Fam. Thunnidae
Gen. Thunnus ALALUNGA
Thunnus alalunga (Bonnaterre) 1788. Scomber alalunga Bonnaterre 1788 – Ala-lunga Cetti 1777 – Scomber alalunga Gmelin 1788 – Scomber germo Lacépède 1802 – Thynnus atlanticus Lesson 1828 – Thvnnus balteatus Cuvier1831 – Thynnus pacificus Cuvier 1831 – Germo alalunga (Bonnaterre) Jordan & Everman 1896.
OSSERVAZIONI SULLA SPECIE Alalunga
E’ strano che questa specie di tonno così rimarchevole, così abbondante e così pregiata per la delicatezza delle sue carni, sia passata inosservata a tutti gli ittiologi fino alla metà circa del XVIII secolo. La prima inequivocabile descrizione è data dal naturalista italiano Cetti, il quale nella terza parte del suo libro intitolato « Animali di Sardegna » (Sassari1774-1777) così si esprime: Si concepisca un tonno di un 10/15 libbre corredato di ali, ossia pinne pettorali lunghissime che giungono a toccare la seconda pinna dorsale e s’avrà la giusta idea dell’alalunga. Ha essa inoltre le sue pinnette spurie, 7 sopra e 7 sotto la coda e quando è cotta mostra la bianchissima carne a differenza del tonno la cui carne sempre rosseggia. Il Cetti però non usa la nomenclatura binomiale che nella descrizione successiva fatta dal Gmelin (1788), per un errore di stampa, appare Scomber alatunga, invece di alalunga, mentre appare correttamente « alalunga » nell’opera del Bonnaterre dello stesso anno. Per quanto riguarda il genere, è oggi opinione dominante attribuirla al genere Thunnus, mentre però alcuni ritengono ancora valido il genere Germo, creato da Jordan nel 1888 per i tonni a pinne pettorali lunghe. Che non vi sia ancora accordo sulla esatta nomenclatura lo dimostra il fatto che nella riunione mondiale tenutasi in California nel 1962, nelle quattro memorie in cui si descrive questa specie, essa assume quattro diversi nomi e precisamente « Thunnus germo Lac. 1800 », « Thunnus alalonga Gmel. 1788 »,« Thunnus alalonga Bonn. 1788 » e Germo alalonga Cetti 1777.
MORFOLOGIA DELLA SPECIE Alalunga
Corpo fusiforme, snello negli esemplari giovanili e molto panciuto in quelli adulti, ricoperto di squame minute, più grandi nella zona del corsaletto che si estende per oltre la metà del corpo. Lungo la linea laterale che è poco appariscente se ne possono contare circa 210. Una carena ben sviluppata si nota ai lati del peduncolo codale e un’altra meno evidente protegge il margine superiore delle pinne pettorali estendendosi per circa 2/3 della loro lunghezza. La testa è grande e le aperture nasali anteriori a forma di poro si trovano circa a metà del muso, mentre quelle posteriori, a forma di asola verticale, sono situate vicino al margine anteriore dell’occhio, che è grande. L’apertura della bocca, abbastanza ampia, arriva all’altezza circa del centro dell’occhio, le mascelle sono quasi uguali e munite di una sola fila di dentini accuminati. Altri dentini si trovano raggruppati sul vomere e sui palatini. Le pinne dorsali sono due e sono seguite da una serie di pinnule, simili a quelle che seguono la pinna anale. La codale è molto ampia, semilunare e a lobi molto stretti e il suo sviluppo aumenta notevolmente col crescere del pesce. Le pettorali sono lunghissime e possono arrivare fino all’altezza della seconda pinnula.
COLORAZIONE Alalunga
Dorso azzurro nero acciaio, ventre biancastro. Una stretta fascia irregolare iridescente con toni verdastri verso la coda divide la zona scura del dorso da quella chiara del ventre. Le pinnule dorsali e in genere una o due di quelle codali più grosse hanno una zona centrale giallo cromo. Le altre sono grigiastre. Il margine posteriore della codale è listato di bianco.
COSTUMI Alalunga
Pesce migratore pelagico gran nuotatore, è molto sensibile, come tutti i suoi congeneri, alle variazioni di temperatura e si trova soltanto in acque con temperatura superiore ai 14° C.
RIPRODUZIONE Alalunga
Nel Mediterraneo si verifica dalla metà di luglio fino alla seconda metà di settembre. Uova e stadi larvali sono pelagici e verso la fine di agosto si trovano già larve di 10/20 mm. e.a fine settembre avannotti di 10 centimetri. Il loro ciclo vitale si estende per 7/8 anni al massimo.
NUTRIZIONE Alalunga
Si ciba di ogni sorta di organismi marini che incontra nelle sue peregrinazioni, soprattutto pesci, tra cui molti pesci ago pelagici, cefalopodi e crostacei planctonici.
PESCA Alalunga
La pesca dell’Alalunga viene fatta a traina, con esche artificiali. Abbocca sia ai minnows che agli octupus trainati a velocità variabili tra i 5 ed gli 8 nodi.
DIMENSIONI Alalunga
Nel Mediterraneo arriva difficilmente a un metro di lunghezza, ma lo supera nell’Atlantico occidentale. Il peso medio è sui 7/8 kg., ma può arrivare oltre i 30.
DISTRIBUZ. GEOGRAFICA Alalunga
In tutti i mari caldi e temperati del mondo. Noto in tutto il Mediterraneo ma solo inaree piuttosto delimitate, particolarmente sulle coste del Tirreno e del Mar Ligure in Italia e su quelle della Grecia. Non è citato nel Mar Nero. Sulle nostre coste è abbastanza comune ovunque.
Record IGFA
Il record Mondiale IGFA “all Tackle” dell’Alalunga è detenuto da Siegfried Dickemann catturata a Gran Canaria, Canary Islands, Spain, il 19-Nov-1977 pesava Chilogrammi 39.97 kg.
Found worldwide in tropical and warm temperate seas, including the Mediterranean. Pelagic and migratory. Usually remains in deep clear blue tropical or warm waters, but makes seasonal migrations into colder zones (New England, South Brazil, and northern Gulf of Mexico).
The most distinguishing feature of this member of the tuna and mackerel family is its very long pectoral fins that reach to a point beyond the anal fin. The pectoral fins of other adult tunas may also be moderately long, but never extend all the way to the anal fin. Though the very long pectoral fins readily distinguish the adult albacore from other adult tunas, it should be noted that juvenile albacore might have shorter pectoral fins than similar sized yellowfin tuna, T. albacares, or bigeye tuna, T. obesus. The albacore can be distinguished from these species at any age by the lack of stripes or spots on its lower flanks and belly and by the presence of a thin, white trailing edge on the margin of the tail fin. The liver is striated on the ventral surface. The deepest part of the albacore’s body is near the second dorsal fin, rather than near the middle of the first dorsal fin as in other tunas, and the vent is round rather than oval or teardrop shaped. The fins are dark yellowish, except for the white trailing edge of the tail. The anal finlets are dark.
Fishing methods include trolling with feathered jigs, spoons and lures; live and whole bait fishing with mullet, sardines, squid, herring, anchovies, sardines and other small fishes. The albacore is considered by anglers to be an excellent light tackle game fish.
In the United States the albacore is probably the most valuable tuna in terms of quality and profit. Its white meat is canned and sold commercially throughout the country, and, with the blackfin tuna, is the only kind that can carry the label “white meat tuna” (thanks to I.G.F.A.)